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TAPPI, DAL SUGHERO AI MATERIALI INNOVATIVI


Come negli anni è cambiata la chiusura delle bottiglie.

Il Tappo, fedele compagno delle nostre bottiglie di vino, da secoli lo protegge da ossidazioni e fermentazioni anomale facendolo lentamete maturare.

 

tappi SUGHERO.jpgIl tappo di sughero. È il tappo per eccellenza, lItalia ne produce circa due milioni. La quasi totalità del sughero italiano (90%) proviene dalle 250 aziende che hanno sede in Sardegna (Calangianus) per un totale di 170 mila quintali di sughero prodotti ogni anno . Il 70% del sughero italiano è destinato al settore vitivinicolo, mentre il restante 30% è utilizzato rispettivamente: nel campo della bio-edilizia quale isolante, termico, acustico, ignifugo (16%); nel settore calzaturiero (9%), il rimanete (3%) è acquisito da artigianato artistico e abbigliamento o per accessori vari.

 

I materiali alternativi:

tappi sintetici.jpgI tappi sintetici. Non tutti i tappi sono di sughero, tra i materiali alternativi più utilizzati vi è quello sintetico, diffuso in Inghilterra, negli anni ’90, per evitare i difetti dovuti al Tca (Tricloroanisolo), la reazione chimica innescata dal fungo Armillaria Mellea. Questi tappi sono stati concepiti con l’intento di riprodurre una struttura micro-cellulare simile a quella del sughero, capace di proteggere il vino sia dalle ossidazioni sia dall’effetto dell’azione del parassita che si annida nella quercia da sughero causando il ben noto sentore-sapore di tappo, preoccupazione per tutti produttori e consumatori di vino.La produzione mondiale di tappi sintetici copre circa l’8-10% del mercato. Questi tappi si classificano in base alle procedure di fabbricazione e sono costituiti da: polietilene elastomerico, elastomeri termoplastici biomedicali, mescole varie a base di butadiene.

 

tappi2.jpgFebbraio 2007, è l’ultima delle innovazioni dei tappi sintetici: il sughero-pellicolato. Grazie alla sua membrana semipermeabile applicata all’estremità del tappo di sughero riesce a sconfiggere il Tca, salvaguardando il vino dalla minaccia del sentore-sapore di tappo. L’inventore di questa innovativa tecnologia è Gregor Christie, esperto di polimeri, australiano ex direttore di ricerche del C.R.C. (Cooperative Research Centres), la ideò per proteggere e mantenere freschi i prodotti alimentari da esportazione, specialmente vegetali e frutta, durante i lunghi spostamenti da un continente all’altro. La membrana semipermeabile è formata da cinque diversi strati-barriera: barriera gusto-1-idrofila, barriera gusto-2-oleofila; ritenzione umidità; barriera controllo ossigeno, barriera Tca. Opera trattenendo le molecole di Tca ma anche le pirazine e la geosmina che compromettono le sensazioni organolettiche del vino. In pratica, lascia passare solo porzioni controllate di ossigeno, composto da molecole più leggere. Test di laboratorio, garantiscono che, nell’arco di dodici mesi, riesce a ridurre la contaminazione da Tca fino al 97,9%.

 

tappo-di-vetro.jpgTra i tappi sintetici, però, va incluso anche quello di vetro, in quanto la chiusura ermetica tra i due materiali vitrei (tappo e bottiglia) è garantito da un elemento sintetico posto sul tappo che ne assicura la tenuta. Il tappo di vetro, però, richiede una bottiglia con un incavo interno particolare, che assicuri l’ermeticità. I vini destinati all’utilizzo dei tappi sintetici sono perlopiù fermi (senza CO2) e di pronta beva. Per i vini da invecchiamento, infatti, si continua a prediligere il sughero.

 

tappo a corona.jpgIl tappo a corona, brevetto di William Painterè, approvato nel 1892, è stato una vera innovazione tecnologica! Studiato ed adoperato dall’enologo Giacomo Tachis, è tuttora utilizzato nella produzione di champagne e spumanti metodo classico grazie alla sua chiusura ermetica che lo fa resiste a pressioni superiori ai 6 bar. Il Tappo nasce nel 1891 a Baltimora, poi viene introdotto in Russia e successivamente approda in Francia dove è utilizzato, specificamente, nella produzione di champagne nella fase della prise de mousse (presa di spuma), è però allontanato, con la tecnica della sboccatura, prima di metterlo in commercio. In Italia si diffonde all’inizio del 1900 e, anche qui, è utilizzato nella lavorazione degli spumanti a metodo classico.

 

tappo-a-vite.jpgLa capsula a vite in alluminio o screw cap. è stata inventata nel 1856 e monta un disco di sughero a guarnizione. Brevettata in Gran Bretagna nel 1889, nel 1926 chiudeva le bottiglie di Whisky, successivamente, 1980, è stata utilizzata in Svizzera nei vini da Chasselas, raggiungendo, nel ’90, ben dieci milioni di chiusure. In Germania è ampiamente utilizzata sia per vini fermi sia per vini frizzanti. Ha un ampio utilizzo anche in Austriala, Nuova Zelanda, Cile, Canada. È un tappo versatile perché lo si può applicare sia ai vini frizzanti sia fermi, naturali, passiti e liquorosi.

un approfondimento sul tappo a vite… Tappi a Vite.pdf

TAPPI, DAL SUGHERO AI MATERIALI INNOVATIVIultima modifica: 2011-01-08T14:01:00+01:00da gastronomo-a
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