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Le carote a spasso nel tempo


L’etimologia della parola carota deriva dal greco Karotón, in seguito, dal latino tardo (II-VIII secolo d.C.), ne acquisirà l’odierno nome. La carota è una pianta erbacea la cui varietà selvatica si trova in tutta l’Europa, la parte dell’Asia e l’Africa settentrionale. Apprezzata ed ampiamente diffusa già nell’antica Roma.

I Romani non la consumavano come ortaggio fresco, bensì dopo uno – due anni dalla raccolta, periodo in cui veniva conservata in salamoia. Era, perciò, impiegata come ingrediente in salse di accompagnamento, grazie al suo gusto dolciastro. In epoca classica era consumato anche un altro ortaggio con caratteristiche similari: la Pastinaca (Pastinaca sativa). Originaria dell’Europa settentrionale (Germania), anch’essa era coltivata per la sua radice carnosa di colore bianco pallido, a cono rovesciato, con una spiccata quantità di zuccheri. Marco Gavio, soprannominato Apicio, nel libro III ”L’ortolano” del suo “De re coquinaria consiglia tre preparazioni a base di carote o pastinache: fritte e servite con garum di vino o condite con sale, olio vergine, aceto oppure lessate, tagliate a tocchetti e insaporite con salsa di cumino e olio. La coltivazione delle carote risale all’età classica ma ortaggi selezionati nacquero solo dopo il Medioevo e raggiunsero la massima diffusione nel XVIII secolo. Castore Durante, nella sua opera Herbario Nuovo” (1585), distingue le carote dalle pastinache: le prime hanno radici rosse e sanguigne mentre le seconde giallo pallido; entrambe sono grandi come un braccio d’uomo, dolci e di buon odore. Prosegue: ”Mangiate ne i cibi nutriscono manco delle rape, ne si digeriscono facilmente, e generano ventosità, non danno troppo nutrimento, se bene provocano l’urina”. Le consiglia crude e tagliate a fette nelle insalate con sale e pepe, a piacimento anche olio o aceto. Aggiunge che cuocendo nell’acqua quelle con le radici rosse, si può ottenere una mostarda, ottima come sostituta di quella d’uva. Conclude che le pastinache si prestano ad essere fritte come si fa con il pesce. Bisogna precisare, infine, che l’odierna carota coltivata conserva ben poco delle sue origini; nell’antichità, infatti, era di vari colori: bianco, viola, rosa, giallo, verde e nero. La colorazione attuale è il frutto di recenti selezioni ed incroci ad opera degli olandesi, desiderosi di ottenere un ortaggio dello stesso colore della Casata d’Orange.

Andrea Russo

Le carote a spasso nel tempoultima modifica: 2009-05-01T10:28:00+02:00da gastronomo-a
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