L’odierna produzione olearia laziale è il frutto di tradizioni secolari diffuse su tutto il territorio regionale, come testimoniano le tre D.O.P.:
– “Canino”, riconosciuta con Reg. CE n°1263/96, prevede l’utilizzo delle seguenti cultivar: Caninese e cloni derivati, Leccino, Pendolino, Maurino e Frantoio, presenti da sole o congiuntamente fino al 100%. Possono, altresì, concorrere altre varietà in misura non superiore al 5%;
– “Sabina” è stata riconosciuta con Reg. CE n°1263/96, è ottenuta dalle varietà, presenti da sole o congiuntamente per almeno il 75%, di Carboncella, Leccino, Raja, Pendolino, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago, Rosciola. È data la possibilità, fino ad un massimo del 25%, di aggiungere altre varietà;
– “Tuscia”, riconosciuta con Reg. CE n°1263/96, deve essere prodotto dalle olive delle varietà Frantoio, Caninese e Leccino, presenti per almeno il 90%, da sole o congiuntamente, nei singoli oliveti. È ammessa la presenza, in percentuale massima del 10%, di altre varietà.
Andrea Russo
ciao