Siamo sulle rive del Tevere, nel Rione Sant’Angelo, il quartiere che accoglie il ghetto ebraico di Roma: il nucleo più antico della città, una testimonianza indelebile, storica, sociale, religiosa, umana. Un autentico ritaglio della città, dove si è esposti alla suggestione degli antichi palazzi di vario stile architettonico e degli incantevoli vicoletti, nascosti dal caos cittadino.
Si pensi che il popolo ebraico decise di insediarsi lì sin dall’epoca romana, ma venne successivamente costretto a vivere recluso, fino al 1870, per volere di Papa Paolo IV (1555) che ne istituì il ghetto.
Nella strada che conduce al Portico d’Ottavia, una delle più antiche di Roma, Rafael Fadlon, quindici anni fa, da una cantina di un palazzo del 1200 ricavò questa trattoria di autentica cucina Kosher, in altre parole, quella corrispondente alle regole imposte dai Testi Sacri (la Torah).
Al vostro arrivo vi accoglierà con simpatia e cortesia Massimo e il personale di sala, che vi proporranno un menu di antica cucina giudaico-romana, che varia a secondo delle stagioni, preparato con cura e professionalità dalla cuoca Italia.
Qui i precetti della cucina Kosher sono rigorosamente osservati, ogni gesto è eseguito con una precisa sequenza: l’indosso del Kippah (tipico copricapo) l’abluzione delle mani, la benedizione del pane.
Le proposte dei primi, tutta la pasta è di produzione propria, so
Possiamo concludere la nostra cena con una selezione di dolci tradizionali ebraici (pasticceria secca, crostata di visciole e mandorle), accompagnati, eventualmente, da un tè caldo alle foglie di menta fresca.
La Carta dei vini offre una discreta scelta di etichette Kosher, più improntate sulla bacca bianca, di produzione israeliana e italiana (Piemonte, Toscana, Lazio, Umbria).
La trattoria è aperta a pranzo e a cena sempre, tranne il venerdì sera. Se la stagione lo permette, vi è anche la possibilità di consumare il pasto nel grazioso vicoletto esterno. É consigliata la prenotazione, la cucina chiude alle 23,30 circa.
Andrea Russo