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Carciofo Romanesco delLazio I.G.P.: come riconoscere il prodotto


Carciofo romanesco del Lazio.jpgDi questo ortaggio esistono molteplici cultivar in cui il capolino differisce per forma, dimensione, colore, qualità organolettiche. Le varietà coltivate in Italia si classificano in due gruppi: primaverili (Romanesco, Violetto di Toscana), tipiche delle aree costiere nell’Italia centrale, entrano in produzione da febbraio a giugno e sono considerate molto pregiate grazie alle grandi dimensioni dell’infiorescenza; autunnali (Spinoso sardo, Violetto di Provenza) chiamate anche rifiorenti, poiché la produzione delle infiorescenze si hanno sia in autunno sia in primavera, sono meno pregiate a causa delle dimensioni medio piccole della parte edule.

Il “Romanesco” presenta un capolino principale sferico e compatto di grandi dimensioni, con caratteristico foro all’apice. Le brattee esterne sono di colore verde con sfumature violette, ad apice arrotondato, inciso e senza spine. Il Carciofo, che risponde alle caratteristiche previste dal disciplinare “I.G.P.”, sarà raccolto ed imballato in confezioni sigillate ricoperte con rete di plastica o foglio di plastica trasparente. È consentita, inoltre, all’interno della regione Lazio, la vendita dei cimaroli sia in fasci da dieci (provvisti di foglie e con lunghezza del gambo anche superiore a 10 cm) sia in mazzi a forma di pigna e sprovvisti di foglie.Il marchio depositato (scritta concentrica di colore verde in campo giallo “Carciofo Romanesco del Lazio” e in basso con colore nero “I.G.P.”) sarà inserito lateralmente alla confezione se commercializzato in cassette altrimenti in una fascia bianca, che avvolgerà il prodotto, se venduto in mazzi.

Andrea Russo

Carciofo Romanesco delLazio I.G.P.: come riconoscere il prodottoultima modifica: 2009-04-02T10:04:00+02:00da gastronomo-a
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