Di questo ortaggio esistono molteplici cultivar in cui il capolino differisce per forma, dimensione, colore, qualità organolettiche. Le varietà coltivate in Italia si classificano in due gruppi: primaverili (Romanesco, Violetto di Toscana…), tipiche delle aree costiere nell’Italia centrale, entrano in produzione da febbraio a giugno e sono considerate molto pregiate grazie alle grandi dimensioni dell’infiorescenza; autunnali (Spinoso sardo, Violetto di Provenza…) chiamate anche rifiorenti, poiché la produzione delle infiorescenze si hanno sia in autunno sia in primavera, sono meno pregiate a causa delle dimensioni medio piccole della parte edule.
Il “Romanesco” presenta un capolino principale sferico e compatto di grandi dimensioni, con caratteristico foro all’apice. Le brattee esterne sono di colore verde con sfumature violette, ad apice arrotondato, inciso e senza spine. Il Carciofo, che risponde alle caratteristiche previste dal disciplinare “I.G.P.”, sarà raccolto ed imballato in confezioni sigillate ricoperte con rete di plastica o foglio di plastica trasparente. È consentita, inoltre, all’interno della regione Lazio, la vendita dei cimaroli sia in fasci da dieci (provvisti di foglie e con lunghezza del gambo anche superiore a 10 cm) sia in mazzi a forma di pigna e sprovvisti di foglie.Il marchio depositato (scritta concentrica di colore verde in campo giallo “Carciofo Romanesco del Lazio” e in basso con colore nero “I.G.P.”) sarà inserito lateralmente alla confezione se commercializzato in cassette altrimenti in una fascia bianca, che avvolgerà il prodotto, se venduto in mazzi.
Andrea Russo